STUDIO21 MEETS: AURORA RAH
D: Chi sei?
R: Mi chiamo Aurora Aprile, ma tutti quanti mi hanno sempre chiamato Aurora Rah, perché nelle dancehall solitamente si urlava “Rah! Rah!”. Mi hanno sempre detto che la danza non sarebbe stata il mio futuro e quindi ho rinunciato all’Accademia per studiare psicologia. Sono contentissima di questo, ma studiare psicologia non mi è bastato, così sono ritornata a Lecce dopo la Laurea Triennale ed ho iniziato a studiare, viaggiare e, successivamente, insegnare Dancehall.
D: Qual è stato il tuo percorso nel mondo della Dancehall e cos’è per te la Dancehall?
R: Io ho iniziato ad approcciarmi alla Dancehall prima di tutto con la musica durante le scuole superiori, cercando qualcuno che mi desse un passaggio in scooter o in macchina per andare alle Dancehall pirata che si tenevano in strada o in campagna nei paesi in provincia di Lecce. Ho sempre fatto tutt’altro, danza classica e contemporanea principalmente, però la musica ed i sound system mi hanno sempre affascinata; dopo l’Università ho capito che oltre alla musica c’era la danza e che questa poteva essere davvero un’arte, che non era un semplice movimento, ma c’era tanto dietro.
D: Da osservatrice, come credi che si sia evoluto il ruolo della donna all’interno della Dancehall?
R: Prima il ruolo della donna era, diciamo, riferito solo ad un ambiente femminile anche un po’ sessista, in cui la donna si poteva mettere in mostra e ballare, o meglio whinare, ma in cui quando si trattava di battles e sfide, di steps e di “real Dancehall” si pensava sempre e solo all’uomo e alle crew maschili. In questi anni, invece, le donne hanno preso il potere: si sono riunite in gruppi ed hanno capito che hanno il potere di fare sia femminile che maschile, cosa che invece gli uomini non possono fare, perché se anche alla fine di un Dancehall party c’è una tune femminile, le donne possono ballare, gli uomini no. Quando si tratta di war, gun tunes e steps all’interno della Dancehall, adesso le donne sfidano gli uomini: un esempio per me fortissimo è Dancing Rebel, che nel giro di questi anni da giovanissima è riuscita a mandare a casa tanti ballerini uomini. Perciò c’è assolutamente molto più potere, più sicurezza, e credo che le donne andranno avanti sempre di più, perché inizieranno presto e finalmente a girare di più l’Europa.
D: Credi che i ballerini italiani abbiano più consapevolezza nella danza e, quindi, di questa cultura?
R: Beh, rispetto a quando ho iniziato io, sicuramente. Ho iniziato quasi dieci anni fa ad approcciarmi alla Dancehall dal punto di vista della danza e sinceramente non avevo la fortuna di poter andare ad un workshop con un ballerino giamaicano, andare in Giamaica era molto più difficile e non si sapeva niente. Adesso è molto più semplice: ogni mese c’è almeno un workshop con un ballerino giamaicano, possiamo chiedere qualsiasi cosa, c’è molta informazione facilmente accessibile anche su Internet, è più facile andare in Giamaica… Quindi ovviamente c’è più conoscenza e, sicuramente, più consapevolezza. Credo anche ci sia più rispetto, perché si è capito davvero che la danza Dancehall non è fine a se stessa, che c’è un mondo che riguarda la cultura, il quotidiano, il cibo, il modo di parlare… Se si riesce a capire questo, si riesce a capire tanto anche dei testi, del significato delle canzoni, del perché gli artisti cantino di determinati argomenti. Perciò per fortuna sì, penso ci sia molta più consapevolezza e molta più voglia di imparare rispetto a prima.
D: Tu come sei arrivata ad avere più consapevolezza nella Dancehall?
R: Per me, è stato grazie alla Giamaica. Partire per andare in Giamaica per la prima volta è stata un’esplosione, perché in quel momento mi sono detta “Ok, ci ho capito veramente poco e devo ricominciare da capo”. Non c’erano le stesse conoscenze, quindi per me è stato un susseguirsi di tentativi ed errori finché non ho visto e capito tante cose, soprattutto studiando con tanti ballerini diversi. Ancor di più, ho iniziato a capire che se non fossi tornata seriamente alle origini, agli anni Ottanta se non prima con le danze tradizionali come lo ska, non avrei capito come si è passati dalla Old school alla Middle school e perché oggi la New school è influenzata da tanti nuovi stili e generi. Per me è stata davvero una sorpresa. La consapevolezza me l’ha data la Giamaica. Da quella prima volta fino ad ora (ad oggi sono stata in Giamaica 11-12 volte) sono state sempre esperienze in più e lo saranno anche le prossime volte, poiché ogni volta mi sento sempre un po’ più ignorante e mi sembra di non saperne abbastanza. Questo mi aiuta ad imparare sempre di più. Prima si sapeva di meno, ma c’era la convinzione di saperne di più: anche io sono caduta in questa trappola, però poi è cambiato tutto e ho deciso di ricominciare da capo. L’unica cosa è studiare, è basta. Quando si tratta di war, gun tunes e steps all’interno della Dancehall, adesso le donne sfidano gli uomini: un esempio per me fortissimo è Dancing Rebel, che nel giro di questi anni da giovanissima è riuscita a mandare a casa tanti ballerini uomini. Perciò c’è assolutamente molto più potere, più sicurezza, e credo che le donne andranno avanti sempre di più, perché inizieranno presto e finalmente a girare di più l’Europa.
D: La Dancehall è una danza molto espressiva, soprattutto la parte female, e le ballerine a volte devono confrontarsi con chi, da osservatore e profano della cultura, magari le giudica anche un po’. Secondo te, quale può essere un modo per affrontare e superare quel pregiudizio?
R: Superare il pregiudizio da parte chi ci guarda dall’esterno non è semplice, perché purtroppo o per fortuna non siamo la Giamaica, abbiamo in ogni caso una cultura diversa. Per questo, per noi sarà sempre strano vedere, per la prima volta, una ragazza che si muove in quel modo, con tanta sensualità, molto disinibita e sicura di sé. Questo forse perché ci hanno sempre insegnato che noi donne dovremmo stare “al nostro posto” ed essere delle donne “per bene”. Per me questo è un problema molto forte in Italia, sebbene sia anche un problema della cultura europea in generale. È difficile far cambiare idea a chi magari non riesce a concepire questo tipo di danza, però si può dimostrare che questa può essere una vera danza: il movimento non è fine a se stesso e sessualizzato, né serve a mettersi in mostra, bensì è un movimento sensuale. Se si riesce a creare arte anche con la danza femminile, a quel punto non puoi non piacere! Io facevo danza contemporanea: sono cresciuta con Pina Bausch e la scuola tedesca, cioè tutto il contrario di quello che faccio adesso. Per me, era qualcosa di assurdo vedere le ragazze che si spogliavano o si facevano vedere tranquillamente in pantaloncini – che io indosso quasi ogni giorno adesso. C’è da dire una cosa però: ho cercato di capirne qualcosa, mentre dentro di me pensavo che quella non fosse danza e che non mi piacesse.
Dopo l’European Dancehall Queen Contest e dopo l’Italian Dancehall Queen Contest – durante il quale ho conosciuto Alevanille – ho capito che in realtà a me piaceva tantissimo! Vedevo la femminilità e la cultura Dancehall unite alla danza, rendendomi conto che era ciò che ho sempre voluto fare: io ho sempre amato la Dancehall, ma mi sembrava tutto volgare, mentre ora finalmente vedo danza. Quando vai in Giamaica, capisci che per fare un semplice movimento di bacino potrai metterci anche un’ora e comunque non lo farai bene. Lì iniziai a dare importanza a qualsiasi cosa, a capire che davvero ci vuole tantissimo rispetto. Sarà un processo difficile e molto lungo – io ancora ci combatto in Salento – però credo che alla fine l’arte parli da sola e zittisce qualsiasi ignorante.
D: Ci sono tanti ballerini che giungono al punto in cui “volercela fare” non basta più. Che consiglio daresti loro?
R: Secondo me, la cosa migliore per avere credibilità e, quindi, per far capire che questo lavoro è importante, è semplicemente aiutare la gente: se io ho un gruppo di ragazze che, da settembre a giugno, diventano sicure di sé, solari e consapevoli del loro corpo, che creano un gruppo per sentirsene parte ed iniziano ad acquisire delle qualità, beh, io allora ho fatto il mio lavoro. Tutto avrà avuto senso, perché ho migliorato le loro vite con la danza.
D: Cos’hai in serbo nel prossimo futuro?
R: Il mio progetto è unire la danza alla psicologia, cosa che sto già facendo con la danzaterapia. Voglio lavorare per la gente, nelle comunità, con l’arteterapia, la danza e la psicologia. La danzaterapia è arrivata in modo molto naturale nella mia vita: ho avuto la fortuna di conoscere delle persone che lavorano nel mondo delle comunità e che, vedendo ciò che mi piaceva fare e l’empatia che ci mettevo, mi hanno chiesto di provare. La danzaterapia, così come la musicoterapia, è una terapia che si concentra su una determinata attività, in questo caso la danza. Ci sono diversi metodi, ma ciò che è importane è imparare la respirazione e poi a fare diventare le emozioni dei movimenti , raccontando storie e sfogandosi. Dev’essere sempre qualcosa di molto semplice, per imparare a comunicare non solo con la voce, ma anche con i movimenti, e a capire che emozioni abbiamo. Piano piano, ci si coordina con i movimenti e si va sempre più avanti.
Grazie mille.
Instagram: Aurorarah
Facebook: Aurora Rah
ST21 JULY EDITION 2020
…Let’s keep it on!!!!
Hip Hop, Contaminazione, Dancehall, House dance, Afrobeat, Dancehall femal, Waackin’, Vogue.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
Tutte le attività’ verranno svolte nel rispetto delle linee guida della Regione Piemonte, in materia di
contenimento e gestione dell’emergenza Covid-19.
STUDIO 21 PLAYLIST
By Glo’
1. Black Masses – Wonderful Person
2. Shaun Escoffery – Days like this
(Dj Spinna remix)
3. SMI feat Shea Soul – Just Fine
4. Goapele – Closer (Dj Spinna remix)
5. Miranda Nicole – Kissing you
6. Jill Scott – Crown Royal
7. Ralf Gum feat Monique Bingham Little W 12st
8. Blaze feat Barbara Tucker Most precious love
9. The Djoon Ex ft Kenny Bobien Old Landmark
10. Karizma – Work It out
11. Jessie Ware (Disclosure) – Running
12. Lynn Lockamy – At the Club
13. Black Motion feat Brenden Praise Joy Joy
14. Culoe De Song – The bright forest
15. Boddhi Satva ft Oumou Sangare’ Ngnari Konon
16. Donae’o – Party Hard
17. Peven Everett – Burning Hot (Timmy Regisford and Adam Rios remix)
18. KB – El Musica
19. Jazztronik – Dentro mi alma
20. Joy Jones – Over (Osunlade remix)
21. Jazztronik – Samurai